Cosa fare, cosa vedere, dove mangiare nei dintorni di Siracusa: Avola

 

Vi porto ad Avola, cittadina nella costa sud orientale della Sicilia a meno di 20 km da Siracusa. Oltre alla mandorla e al vino Nero d’Avola che l’hanno resa famosa c’è di più 😉 Scopriamolo insieme!

Prima di partire per il nostro percorso alla scoperta di Avola, ecco alcune curiosità che vi faranno apprezzare ancora di più la cittadina della costa ionica.

Come tante belle favole, la storia di Avola inizia da una tragedia. Avola Antica, abitata fin dalla preistoria, sorgeva in una vallata rocciosa nei pressi del Monte Aquilone e divenne ambito bottino di bizantini, normanni, svevi e angioini. Il terremoto del 1693 la rase completamente al suolo ma la tragedia non fermò i cittadini che dimostrarono una strenua volontà di rinascita riedificandola dopo solo due anni, questa volta in prossimità del mare.

Oggi Avola si trova uno dei più antichi percorsi greci della Sicilia, la “Grande via dell’incommensurabile Magna Grecia”, e questo la rende uno straordinario scrigno di beni culturali e ambientali che le hanno valso l’appellativo di “Perla del Mar Ionio“.  Il centro storico è famoso per la sua pianta esagonale, progettato dall’architetto gesuita frate Angelo Italia dopo il disastroso terremoto. Il centro dell’esagono è la Piazza Umberto I, dalla quale si snodano vicoli barocchi ricchi di palazzi in stile Liberty. La Piazza è divisa in quattro “quartini” (quadrati), ciascuno dei quali prende il nome della categoria di lavoratori che un tempo s’incontravano lì per le trattazioni.

1) Antico Mercato, oggi Biblioteca

L’Antico Mercato è una struttura molto elegante e gravida della storia di Avola. Sotto il grande stemma realizzato dallo scultore Francesco Puzzo, tra gli archi e i medaglioni che simboleggiano la merce in vendita, sembra ancora di ascoltare le chiacchiere dei commercianti, le contrattazioni delle donne, i bimbi che giocano e corrono. Ce lo racconta un’anziana signora mentre sembra che i suoi ricordi si materializzino davanti agli occhi. “Il pesce era freschissimo e per noi bambini venire qui era sempre una festa!”.

Oggi dei lavoratori restano solo le fotografie che li mostrano con sguardo fiero tra pesci, animali da macello, frutta e verdura. Sapete che amo i mercati e sarei rimasta ore a farmi solleticare dalle suggestioni che questo loggiato trasuda, ma dentro c’è una sorpresa ancora più grande che ci aspetta. Camminiamo per i corridoi silenziosi fino ad una piccola stanza.

Alzo gli occhi e vedo allineato con cura un inestimabile patrimonio di libri antichi, risalenti al ‘500. Le dita mi guidano in un percorso fatto di copertine in sottile pelle di pecora e pagine impregnate di storia. Ci sono i primi tentativi di stampa, ci sono preghiere scritte a mano con una calligrafia perfetta… Sfogliarli è un’emozione indescrivibile!

NB: Chiunque può accedere alla Biblioteca in modo del tutto gratuito.

2) Riserva Naturale di Cavagrande

Avola, incorniciata tra il Mar Ionio e i monti Iblei, gode di un contesto paesaggistico straordinario e vanta addirittura il più grande “canyon” d’Europa. Impossibile non decidere quindi di avventurarsi per la splendida Riserva Naturale di Cavagrande, un sito custodito tra maestose pareti a strapiombo nel quale si rifugiarono le popolazioni siciliane sin dal XIII secolo a.C, costruendo anche una necropoli. Qui natura e storia s’intrecciano in modo indissolubile, dando vita ad un piccolo eden che fa brillare occhi e cuore. Preparatevi a scarpinare per una trentina di minuti, ma ne varrà assolutamente la pena! Ricordo da piccola l’emozione che mi dava ammirare dall’alto questa spaccatura nella roccia così profonda, larga e lunga, ricordo il sentiero tortuoso ben stretta alla mano di mio padre, ricordo la paura di cadere, ma anche l’entusiasmo nell’attraversare quella che sembrava una giungla, tanto la natura era incontaminata. E poi finalmente i laghetti, quell’acqua fredda e limpidissima, i tuffi, le farfalle colorate e la ricerca della famosa Grotta dei Briganti, dove si rifugiavano gli antichi briganti siciliani.

3) Pausa pranzo da “Veni a tastari

Non si può immaginare un tour siciliano senza una sosta a base di ottimo cibo. Ad Avola esiste una deliziosa “putia” (bottega) che ha reinventato il tradizionale pani cunzatu (pane condito) siciliano. Da “Veni a tastari” (trad: Vieni a gustare) tutto è genuino: dai prodotti, ai panini, alle bevande… fino al sorriso disarmante di Massimo, il proprietario. Pochi metri quadri, un paio di sgabelli, due tavoli sociali all’aperto ed ecco la Sicilia più buona da gustare! Mi sono divertita tantissimo a leggere i messaggi appesi tra pomodori secchi e formaggi e mi sono subito accorta che questo luogo ha qualcosa di speciale:

Non si preparano panini tristi, quindi non cercare bresaola o tacchino

– Non chiedere del wifi, spegni il telefono e parla

– Non esiste la Coca Cola, qui solo prodotti siciliani

Vorrei scriverveli tutti, ma non vedo l’ora che li leggiate voi stessi, provando a tradurre dal dialetto quest’universo siciliano sospeso nel tempo

4) Museo della Mandorla

Il percorso prosegue con la riscoperta delle origini agricole del territorio avolese e dell’operosità di una cittadina che porta nel suo stemma tre api, simbolo di laboriosità. Il Museo non è solo un edificio, la visita inizia all’esterno con l’accoglienza affidata ai vitigni del famoso Nero D’Avola, in passato chiamato “Calaulisi” (cala=uva e aula=Avola), e gli alberi di mandorlo della varietà Pizzuta. Un gioiello di forma perfettamente ovale che ha conquistato il cuore della stessa Chiara Ferragni, che ha scelto questi prodotti per i confetti del suo matrimonio. E poi la colorata compagnia degli alberi di limone Femminello e della canna da zucchero, che in passato serviva per la produzione di rum. All’interno delle sale di un’antica masseria siciliana c’è il museo, dove abbiamo scoperto e usato gli antichi strumenti del mestiere che i cittadini stessi hanno donato. (Ho anche scoperto che mi ci vogliono diversi minuti e qualche piccolo infortunio per sbucciare una mandorla mentre alle donne di un tempo servivano un paio secondi… ma questa è un’altra storia!)

Pensate che la lavorazione della mandorla impegnava un tempo tutta la famiglia: gli uomini raccoglievano, le donne sgusciavano e i bambini avevano il compito di girare le mandorle una volta messe a seccare. Il volto di Avola cambiava, i marciapiedi erano pieni di distese di mandorle sulle quali spesso i “guardiani” dormivano per evitare che venissero rubate.

Ci sono due modi per vivere il museo: la visita guidata al campo didattico e tra i locali (2 euro), oppure la visita guidata con degustazione (5 euro), per toccare con mano (e con pancia) la bontà di confetti, latte di mandorla e biscotti preparati “in diretta” con le ricette tradizionali.

5) Teatro Garibaldi

L’ultima tappa del nostro viaggio ad Avola è il Teatro Garibaldi. Dietro un’elegante facciata di 17 metri in pietra bianco-miele degli Iblei si cela un luogo che mi ha sempre affascinato, dove tutto è così consapevolmente finto da essere vero, dove si condividono emozioni e si esprime la vita nelle sue ordinarie e bizzarre sfumature. Il Teatro di Avola ci viene presentato come “un miracolo di armonia e funzionalità”, un piccolo gioiello adornato dei dipinti di Gregorio Sclalia e disposto di allestimenti scenotecnici affidati alla stessa equipe del Teatro San Carlo di Napoli. Una location di altissima qualità per gli spettacoli che tutt’ora vengono inscenati che ha voluto vedere con i propri occhi lo stesso Franco Battiato.

La visita è gratuita e viene guidata dal personale stesso del Teatro che non si risparmia nel raccontare curiosità e aneddoti. Si può anche visitare una piccola mostra che racconta la storia e la ristrutturazione del Teatro, oltre ai numerosi artisti che ne hanno calcato le scene.

Il nostro tour finisce qui, ma se avete del tempo concedetevi delle ore al mare! Le acque azzurre e la finissima sabbia dorata sono amatissime tanto dagli abitanti quanto dai turisti 😉

Ringrazio Alessia Bianca per avermi guidato con la passione tipica di una vera local alla scoperta di Avola ed Enrica De Melio per essere stata una preziosa compagna di viaggio in quest’avventura!

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