Siracusa è la mia città.
Non solo perché qui sono nata e cresciuta, ma anche perché la sento mia nella sua essenza più profonda. La sento mia nei colori, nelle persone, nei tesori manifesti e latenti che custodisce. L’ho conosciuta e vissuta in mille sfaccettature: da bambina, da adolescente, da studentessa fuori sede, da operatrice turistica, da viaggiatrice che torna a casa.
Quando Mercure Hotels mi ha offerto la possibilità di vivere due giorni da “turista a casa mia” non ho potuto che esserne entusiasta! Il progetto #discoverlocal ha proprio l’obiettivo di far vivere agli ospiti esperienze d’evasione a stretto contatto con la realtà locale, nel profondo rispetto delle radici e delle tradizioni del posto. In fondo, cos’è viaggiare se non immergersi nell’atmosfera più genuina del luogo che ci ospita?
Allacciate le cinture, stiamo per partire per un viaggio nella Siracusa più vera!
La nostra prima tappa non poteva che raccontare una storia di profondo radicamento nel territorio: l’Azienda Agricola Pupillo, sullo scenario dell’affascinante Castello del Solacium, da più di un secolo tramanda la storia, i gusti e i profumi del nostro territorio. Con gli occhi pieni di bellezza dell’antica dimora di Federico II di Svevia, con le mani profumate dei limoni che avevamo appena raccolto, con l’aria intrisa del profumo di vino e la melodia di padelle e cucchiai che si diffondeva dalla cucina, abbiamo riscoperto i valori più profondi di una terra fertile di meraviglie. Parole sussurrate come fossero segreti hanno accompagnato la degustazione, sorseggiate ad un ritmo dolce insieme ai vini squisiti che rischiavano di andare perduti, come il Moscato di Siracusa, e assaporate insieme ai ricordi della tradizione contadina. Tutte le sfumature che fanno la differenza tra stare in un posto e viverlo, tra nutrirsi e gustare, tra bere e affogare nella storia.
Il viaggio dei sensi a pochi passi da casa continua con una famiglia, prima che con un’azienda: Trimarchi di Villa Marchese. Tre martelli (tre marchi, appunto) racchiusi in uno scudo per uno stemma di famiglia che già ne suggerisce la nobiltà… d’animo soprattutto! Una famiglia che ha scelto di non vendersi all’urbanizzazione e di dedicare la propria terra a ciò che di più bello sa offrire: la coltura. Ci vuole coraggio e ci vuole un amore profondo per la Sicilia e questi sentimenti si possono respirare fin dal primo passo in azienda. Un profumo intenso di rituali antichi che abbiamo avuto la fortuna di riscoprire mettendo le mani in pasta… anzi in marmellata! Mi sono spogliata del mio smartphone per immergermi in un mondo fatto di segreti tramandati, di curiosità, di precisione, ma anche sperimentazione. Anche un’astemia dell’arte culinaria come me ha potuto apprezzare il gusto dell’attesa e onorare il tempo, l’ingrediente fondamentale di qualsiasi ricetta che si rispetti. Eccetto per il barattolo di marmellata di limoni che io stessa ho confezionato e che non è riuscito ad arrivare illeso neppure alla macchina… ma si sa, alcuni piaceri non possono aspettare!
Tutto questo bottino di emozioni e non era ancora pranzo! Per questo sacro momento della giornata di un siciliano, Mercure ha scelto per noi l’esplosività del Caseificio Borderi. Un’istituzione a Siracusa non solo per la bontà del suo street food, ma anche e soprattutto per l’energia dirompente di Andrea, il proprietario. Impossibile passeggiare per il Mercato di Ortigia senza ritrovarsi con un pezzo di formaggio in mano (è il suo biglietto da visita ndr), senza fermarsi incantati di fronte a un gentiluomo in grembiule che dipinge su panini la sua arte culinaria. Non avevo ancora ordinato ed ero già sazia di bontà e gratitudine. Lui, maestro del marketing meno digital e più human, con una capacità incredibile di regalare gioia, lui che riesce a incantare tanto il turista quanto il siciliano che lo conosce da sempre, lui che è semplicemente Andrea. Ah, tranquilli, poi il panino l’ho mangiato lo stesso!
Ci spostiamo in via della Giudecca, sempre in Ortigia, e da una piccola porticina facciamo ingresso in un mondo magico fatto di marionette e burattini. Si apre il sipario e siamo a “casa” della famiglia di pupari Vaccaro-Mauceri, l’unico laboratorio artigianale per la costruzione di pupi siciliani in tutta la provincia di Siracusa. Una dinastia che tramanda quest’arte sublime abita la bottega incantata dove si fabbricano i protagonisti in legno degli spettacoli, i costumi, le scenografie… Un mondo di storie raccontate per secoli e ancora di grande fascino. Paladini di ogni dimensione, angeliche fanciulle, colori sgargianti, materiali che singolarmente sono privi di senso e assemblati danno vita a un sogno. Ancora una volta torna il valore del tempo, quello che dona valore ai gesti, quello che rende immortale l’arte, quello che occupa le mani e l’anima. Ho scoperto che per realizzare un pupo è necessario un mese di lavoro. Un mese. Che in un mondo in cui tutto è a portata di click sembra un’eternità!
Con gli occhi ancora pieni di inibitabile creatività, ci spostiamo verso l’ultima tappa della giornata: l’Angolo del Papiro. Un’oasi immersa nel verde ai piedi del parco archeologico di Siracusa dove, oltre a fabbricare la pregiatissima carta Papiro, si può vivere un’esperienza a tratti mistica tra piante tropicali, animali esotici e una vasta piantagione della pianta acquatica che dà vita a tutto. Perché dal papiro inizia la storia, dalla carta inizia tutto. Angelo Mortellaro ci guida alla scoperta del materiale cartaceo più resistente al mondo, lui che come omaggio al nonno ha ricreato minuziosamente l’habitat naturale del papiro e che con instancabile voglia di comunicare ne mostra tutte le fasi di lavorazione. Oggi come 5000 anni fa. L’emozione fa vibrare la sua voce mentre il fruscio dell’acqua dell’acquedotto Galermi si fonde con il brusio del vento che si dipana tra gli avvolgenti fusti. Voi lo sapevate che Siracusa è l’unico luogo al di fuori del Nilo in cui il Papiro cresce spontaneamente?
Dopo il pieno di tradizioni antiche ma vive più che mai, è tempo di darsi da fare. Perché è bello ascoltare e (ri)scoprire, ma è ancora più bello immergersi totalmente nei mondi che compongono la storia e la cultura di Siracusa! È tempo di masterclass 😉
Le attività proposte erano tante, ma (ahimè) ho potuto immergermi solo in due esperienze. La prima era dedicata alla degustazione di olii con l’azienda Trimarchi di Villa Marchese, la seconda era invece dedicata alla pittura con il Circo Fortuna.
Nonostante l’olio sia parte integrante della vita delle famiglie siciliane non avevo mai avuto l’occasione di comprenderne fino in fondo le caratteristiche, distinguerne le sfumature e apprezzarne pienamente l’anima. Ho scoperto ad esempio quell’odore che sentivo da bambina dentro il frantoio con mio nonno, avvolta tra infiniti sacchi di iuta, si chiama “riscaldo” ed è un difetto. L’amaro, invece, è un pregio e si può avvertire lateralmente all’interno del palato con uno buffo verso!
Buffo proprio come il risultato del mio laboratorio d’arte. Nonostante le perle di saggezza di Caroline van Riet (“L’ispirazione non esiste. È tutto un seguire il proprio intuito” per dirne una), la mia pittura era pessima! Lei è un’energia dolce e vulcanica al tempo stesso, ed ha sempre una parola gentile anche per i casi disperati come me. Ho scoperto però il piacere di staccare il cervello, di farmi guidare dai colori senza pretese e barriere, di seguire le mie vibrazioni e, perché no, di avere un modo strambo tutto mio di comunicare con la pittura su tela!
Se siete arrivati alla fine di questo lungo racconto c’è un motivo. Il motivo è che voi, come me, viaggiate con i sensi prima che con i piedi, che avete l’anima da “residenti temporanei” e non da turisti e, in definitiva, che dovreste scegliere le esperienze local offerte da Mercure per la vostra prossima vacanza!