Weekend a Norcia: la cittadina che rinasce

30 ottobre 2016. Una domenica come tante per alcuni, un giorno indimenticabile per altri. Sono le 7:40, Norcia si sta svegliando, gli occhi sono ancora appiccicati dal sonno mentre la terra trema. Le scosse sono talmente forti che alcuni non riescono ad alzarsi dal letto. Attimi di paura nella speranza che sia solo un incubo. Il desiderio s’infrange al tonfo del crollo della Chiesa di San Benedetto, anziane suore fuggono, qualcuno s’inginocchia e prega. “Non di nuovo, non di nuovo”. Lacrime, urla, implorazioni. Quando crolla anche la Chiesa di Santa Rita gli animi si destano completamente.

Ma questa non è una storia triste. Ho risposto con entusiasmo all’appello che proponeva a blogger e instagramer un’esperienza a Norcia per dimostrare che, nonostante il terremoto, la cittadina umbra fosse ancora in grado di regalare forti emozioni. Avevo un grosso carico emotivo prima di affrontare questo mio viaggio. Mi sentivo la responsabilità di dover dar voce a un territorio che ha tanto da dire ma che la morsa del terremoto ha bloccato. Non vi racconterò solo la bellezza di una terra che incanta, proverò a trasmettermi le emozioni di cui mi ha invaso e che mi ha lasciato quando sono tornata a casa.

Adagiata dolcemente su un altopiano, ai piedi dei Monti Sibillini, Norcia è custodita gelosamente da solide mura che le conferiscono una suggestiva forma a cuore. “La popolazione di questa piccola cittadina aumentava esponenzialmente d’estate” mi racconta Federico “ma nonostante ciò la vita scorreva nella tranquilla familiarità che caratterizza i piccoli paesi. Ci si saluta per strada e non si perde mai occasione di scambiare due chiacchere, che tu sia un abitante del posto o un residente temponaneo”. Ed è bello ascoltare questa definizione, io che da sempre mi sento cittadina dei luoghi che visito anche fosse per poche ore. Lo chiamano “turismo consapevole”, quel senso di rispetto per i luoghi che in realtà dovrebbe essere “turismo normale”.

Non faccio in tempo ad attraversare l’arco di Porta Romana, una delle sette vie d’accesso alla città, che vengo investita da sorrisi e calore: coppie passeggiano, piccole comitive ridono mentre i commercianti sono intenti a far provare le proprie specialità. L’Hotel che mi ospita per questi due giorni è a pochi passi dalla piazza centrale: Palazzo Seneca, un monumento in pietra e storie, primo hotel di Norcia. Tutto il suo patrimonio di memoria si percepisce in ogni centimento: dai piccoli oggetti storici alla cura nei dettagli. Vengo accolta da calda ospitalità e vengo accompagnata nella mia camera che è un abbraccio fatto di legno e lenzuola di lino.

Così inizia la mia esperienza a Norcia. Il resto sono storie, tante e tutte che non dimenticherò mai.

Due occhi azzurri che trafiggono, un sorriso che si spalanca: non ho dubbi che sia lei la proprietaria della Cioccolateria Vetusta Nursia. Arianna Verucci è una gioiosa donna e mamma al quadrato. È lei che gestisce questo magico mondo del cioccolato da quando non ci sono più i suoi genitori. “Non era il mio mestiere, ma sentivo che la storia di questo posto dovesse continuare”. Il terremoto le ha fatto perdere quasi tutto: i punti di riferimento, la casa, l’azienda di famiglia, i genitori; ma le ha fatto trovare un immenso amore da parte dei propri dipendenti. “Ce la faremo!”. Arianna si mette all’opera immediatamente, i lavori di riparazione partono già il 3 novembre. Quando il 6 gennaio 2017 il laboratorio riapre, è un po’ come se ricominciasse la vita. Tantissime persone li hanno contattati per donazioni. Ma Arianna preferisce ricambiare in cioccolato, “in questo modo hanno la possibilità di assaggiare le nostre creazioni e il ricordo continua nel tempo”. Così per due mesi Arianna, i figli e i dipendenti si accampano prima in tenda e poi in camper per continuare a lavorare mentre le ditte si occupavano di rimettere in sesto il laboratorio. Mi trattengo un bel po’ in quel luogo magico dove nasce il buonumore. Mi farei invadere dalla forza di Arianna per ore… e dai tantissimi dolci al cioccolato che mi offre.

Dire Norcia è dire natura, cultura e sport. Proprio da qui Valentina Vezzali era partita per le Olimpiadi di Londra 2012, proprio qui si era preparata per tanti anni per le gare più importanti, perché luogo ideale per allenarsi, di mangiare bene e vivere felice. fanno in tempo a raccontarmelo che Piazza San Benedetto si colora di ciclisti armati di eBike: sta per partire la pedalata solidale lungo i luoghi colpiti dal sisma. 109 km in cui respirare l’energia di territori che meritano di essere riscoperti. Vedo tanti ragazzi e sorrido pensando che siano proprio loro il simbolo della ricostruzione.

La Norcia accogliente, la Norcia che riparte, la Norcia che delizia e la Norcia che riaffiora. Poche ore dopo la scossa, l’acqua iniziò a fuoriuscire su un letto secco: ecco il Torbidone, torrente che si è riappropriato del suo antico corso, che è riapparso e si è trasformato, assumendo in alcuni tratti anche toni impetuosi seppur sempre trasparenti. Un evento straordinario che se volete motivazioni tecniche è dovuto all’abbassamento del terreno a causa del fenomeno sismico, ma se volete la mia personale interpretazione è un evidente emblema di rinascita. Acqua che dà nuova vita, potenza che non si ferma. “Crisi”, dal greco antico “krisis” – trasformazione. Non mi ricordo più chi m’insegnò questa cosa, ma dovrei ringraziarlo per sempre perché mi ha totalmente cambiato il modo in cui prendo la vita.

Avrete probabilmente avuto modo di vedere alcuni scatti della magnifica fioritura di lenticchie nella zona di Castelluccio di Norcia che assume i tratti di un meraviglioso quadro impressionista. Purtroppo io sono andata a Norcia “fuori tempo” (il periodo della fioritura è tra maggio e luglio), ma vi lascio qui alcuni scatti per farvi ammirare questomagnifico mosaicocolorato.

ph @apfotonatura
@federicograziati

In qualsiasi stagione andiate, comunque, Castelluccio di Norcia vi stupirà col suo fascino. Uno sconfinato presepe naturale a quota 1452 metri nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; un luogo in cui uomo, natura, favole, leggende e storia si fondono e ritrovano la loro armonia. Non ci si riempiono solo gli occhi e il cuore, qui si fa anche il pieno di benessere. Mentre mi muovete sinuosi tra le sue curve noterete di tutto: gente in escursione, in mountain bike, che pratica tiro con l’arco, chi parapendio, chi passeggia a cavallo e chi fa trekking a dorso d’asino! Castelluccio è infatti unanimemente riconosciuta come la patria degli sport all’aperto.

Norcia e dintorni sono di certo territori sfregiati, fragili, feriti. E forse proprio per questo sono di una luce accecante, con persone ospitali ed estroverse, con strutture ben attrezzate, con eccellenze enogastronomiche che continuano a far godere le papille gustative del mondo. Un weekend nel cuore verde dell’Umbria è sicuramente troppo poco per goderne a pieno della ricchezza, quindi io sicuramente ci tornerò. Ancora una volta sceglierò di affidarmi poco Google Maps e tanto al caso; ancora una volta porterò in valigia poca voglia di stare al telefono e tanto desiderio di parlare con le persone. Norcia è ancora in piedi. Norcia è sicura. Norcia ci aspetta.

3 Comments
  1. MIO DIO CHE STUPENDO ARTICOLO!!! LEGGENDOLO MI PARE DI ESSERE DI NUOVO IN QUELLA NORCIA CHE AMO PROFONDAMENTE E CHE E’ SEMPRE, E SEMPRE LO RIMARRA’, NEL MIO CUORE E NELLA MIA ANIMA! SPERO CHE SERVA A FARLA AMARE ANCHE DA ALTRI CHE LEGGONO. FORZA NORCIA ( E FORZA A TUTTA L’UMBRIA TERREMOTATA E ANCHE ALLE BELLE MARCHE), FORZA NURSINI, SI RIPARTE! VI VOGLIO TANTO TANTO BENE!

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